Il parruccaio di Maria Antonietta by Frappa Raunceroy Alberto

Il parruccaio di Maria Antonietta by Frappa Raunceroy Alberto

autore:Frappa Raunceroy, Alberto [Frappa Raunceroy, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Arkadia
pubblicato: 2017-06-14T22:00:00+00:00


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Epées en argent,avec perles d’or rapportée Chaînes de montre, à maillons d’agathe herborisèe, montèes en or.

Eperons en argent, taillès en pointes de diamans, comme l’acier (…). Tous ces articles de bijouterie se trouvent chez le sieur Grancher, Bijoutier dela Reine au Petit Dunkerque, quai de Conty, à Paris.

“Le Cabinet des Modes”, Paris 178*

Jules-Henri si era alzato prima dell’alba per provare la ricetta di un’acqua odorosa scelta tra quelle che si era fatto leggere da Henriette.

Non sapendo scrivere, traduceva le ricette in simboli conosciuti solo a lui e ne variava le quantità apponendo delle crocette a seconda che volesse aumentare o diminuire gli ingredienti: ogni misura una croce.

Pesò due once di sandalo bianco, mezza oncia di benzoino, dei trucioli di legno di aloe e versò tutto nel mortaio; selezionò tre capperi alessandrini, del muschio secco e alcuni grani di zibetto poi iniziò a tritare e mescolare.

Odorò il preparato: emanava un profumo soave. Sì, poteva dirsi soddisfatto.

Non aveva mai confessato a nessuno che il successo di tutte le formule per profumi, ciprie, biacche, creme, pastiglie e sfere odorose provenivano dal ricettario che il vecchio Bechi gli aveva donato tanti anni prima.

Le paradisiache fragranze rifiorivano dalle ricette degli speziali della regina Maria de’ Medici: per questo, quando poteva, faceva cercare e acquistare antichi volumi di farmacopea e profumeria. Nei volumi che collezionava scoprì delle ricette che potevano provocare sulle persone effetti inaspettati: due secoli prima della sua nascita gli speziali fiorentini dimostravano una conoscenza delle sostanze presenti nelle piante che aveva dell’incredibile. Ne rimase sconvolto e ammirato.

I clienti esigevano continue novità e il naso non era mai stato il suo forte.

Una volta resuscitate le essenze, ne faceva produrre grandi quantità che vendeva in boccette custodite in scatole decorate dalle fiammeggianti elitre dei suoi coleotteri. Il marchio derivante dall’intreccio in lettere d’oro delle sue tre iniziali – J-H-S – si stava facendo conoscere in tutto il regno.

Gli piaceva l’idea di mantenere il prezzo basso: anche per questo le sue ampolle e flaconcini guadagnavano un seguito crescente. Lui per primo permetteva a donne non abbienti di provare l’estasi del profumo.

La Reine de Saba si adeguava senza rigidità alle richieste di una clientela sempre più variegata e vi si trovava di tutto: dai guanti ai caraco, dai belletti ai profumi, dagli abiti alle scarpe. Quanto alle parrucche: non andavano quasi più. La gente le interpretava come simboli dell’aristocrazia, le identificava con i cortigiani di Versailles e per questo anche i nobili ne diminuivano acquisto e uso. Stavano diventando un marchio di infamia. Nonostante ciò, il lavoro aumentava di settimana in settimana.

Jules-Henri riusciva a sedare l’ansia montante e le angosce solo assumendo dell’oppio che fumava insieme a tabacco, inspirando dal bocchino di narghilè che aveva fatto trasportare in diverse stanze di casa sua. Era passato il tempo in cui si acquietava con qualche goccia di laudano o della polvere di Dover. Temendo di restare senza ne aveva ordinati altri panetti al mercato clandestino del porto di Londra. Oltre alla Reine de Saba, ai profumi firmati J-H-S, aveva



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